Riccardo Cucchi, voce Rai di Tutto il calcio minuto per minuto, ha realizzato delle accurate analisi sui temi Nazionale ed Europei 2020, soffermandosi in particolare sulla questione convocati, girone, favorite e possibili sorprese di questo Europeo, ormai dietro l’angolo.

Uno dei temi più caldi in Nazionale in queste ore è quello dei convocati. Ti aspetti qualche sorpresa da parte di Mancini sui 26 che andranno all’Europeo?
Credo che Manini abbia sperimentato adeguatamente, in questi mesi e in questi anni, e abbia individuato un gruppo di calciatori in grado di venire in contro a quelle che sono le sue esigenze tattiche, ma soprattutto in grado di fare della Nazionale una squadra competitiva. Ha attinto ai migliori del campionato, non trascurando alcuni giovani importanti. A mio parere difficilmente assisteremo a sorprese. Credo, al contrario, che Mancini confermerà un gruppo di calciatori che ha già provato con la maglia azzurra, che potranno tornare estremamente utili.
Nell’imminente futuro, ci aspettano due amichevoli, con San Marino e Repubblica Ceca. Secondo te, Mancini proverà a mischiare un po’ le carte oppure vedremo già un’Italia in formato Europei?
Non credo che Mancini abbia questa esigenza di “nascondersi”, non lo ha mai fatto. Piuttosto credo che utilizzerà queste gare amichevoli prima dell’esordio dell’11 giugno per tentare di dare un assetto definitivo a questa squadra. Naturalmente, la scelta dei calciatori è anche legata alla condizione fisica e atletica di ciascuno di loro, bisognerà vedere infatti in che condizioni sono i calciatori da lui convocati. Quello che conta davvero in un torneo così breve e intenso come l’Europeo, è avere giocatori disponibili fisicamente, oltre che all’altezza del ruolo che li aspetta. Purtroppo, dopo un campionato così duro con tante partite ravvicinate, anche causa la pandemia, senza pause, il rischio di non avere i giocatori in perfetta forma è molto alto. La condizione atletica, quindi, può essere davvero determinante per il raggiungimento del risultato.
Parlando invece di formazione, quali sono i ruoli dove credi ci saranno i maggiori ballottaggi nell’11 che poi Mancini manderà in campo?
Dobbiamo tener conto di quello che abbiamo visto finora. Voglio fare una premessa. Mancini secondo me sta lavorando ottimamente come commissario tecnico, per una ragione fondamentale: non ha mai schierato i suoi giocatori in un ruolo diverso da quello che è il loro naturale, anzi li ha convocati in funzione del ruolo in cui avrebbero giocato. È molto difficile vedere una Nazionale, sotto la guida di Mancini, che si inventi calciatori in ruoli che non sono i loro. Penso ad esempio al Bernardeschi che ha giocato con la maglia azzurra e a quello che ha giocato nella Juventus, spesso cambiando ruolo. In Nazionale ha dato e reso sempre di più in campo, rispetto alla Juventus, proprio perché è stato utilizzato secondo le sue caratteristiche tecniche e tattiche. Questo è un aspetto fondamentale per capire il lavoro di un ct e Mancini lo sta facendo molto bene: non inventa, anzi cerca di assemblare tenendo conto di ruoli e caratteristiche dei calciatori.
Nella formazione poi ci sono alcuni punti fermi. Penso ad un centrocampo già sperimentato dove spero, condizione atletica permettendo, possano giocare due come Jorginho e Barella. Un buon innesto secondo me è Locatelli, ma anche Florenzi, un esterno importante con la Nazionale che molto bene ha fatto al PSG. Altro giocatore chiave è Federico Chiesa. Unico punto interrogativo riguarda l’attacco, perché i due di riferimento, Belotti e Immobile, per qualche aspetto addirittura simili, sono capaci di realizzare nei loro club ma in Nazionale non sono mai riusciti ad essere davvero esplosivi. Alle loro spalle io vedo un outsider, una pedina sulla quale potrebbe puntare Mancini, come Raspadori. Vedremo se poi sarà compreso nel gruppo finale dei 26, ma è un giovane che potrebbe supportare un attacco che ha bisogno di più gol di quanti non ne abbiano realizzati gli attaccanti fino ad oggi.
I sorteggi ci hanno inserito in un girone ostico ma non impossibile, dove dobbiamo ammettere di essere i favoriti, almeno sulla carta. Tra Turchia, Galles e Svizzera, chi ti spaventa di più?
Sinceramente la Turchia. Sappiamo che la loro squadra ha valori tecnici importanti, ma anche sul piano agonistico dimostrano di avere molto vigore. È un girone alla portata degli azzurri, ne sono certo. La Nazionale ha dimostrato di essere all’altezza del loro compito in tutte le gare di qualificazione. Non vorrei essere troppo ottimista, ma credo che non ci dovrebbero essere problemi nel superare il primo turno. Vedremo poi che accadrà dopo. Noi tutti siamo curiosi di vedere la Nazionale all’opera con squadre più forti e competitive. L’Europeo chiarirà qual è l’autentico valore della squadra azzurra quando dovrà affrontare altre compagini forti di questo Europeo come Germania, Inghilterra e Francia. Lì vedremo di che pasta è fatta davvero l’Italia.
Tra queste ultime Nazionali che hai nominato, ce n’è una che parte già con un piede davanti alle altre?
No, sinceramente no. Vedo tra le favorite le tre che ti ho citato alle quali aggiungerei la Spagna, protagonista di un profondo rinnovamento e che può comportarsi molto bene in campo, e il Belgio, squadra che non va assolutamente sottovalutata. Tutto al netto di possibili sorprese che in un torneo come l’Europeo ci sono sempre.
Quindi, collochiamo l’Italia come principale antagonista di queste 5 favorite?
Non la vedo tra le favorite, sono sincero. Ma spero, ovviamente, che mi smentisca sul campo affrontando anche le compagini più forti. Al momento vedo, in maniera ottimistica, un’Italia tra le quattro. Le semifinali dell’Europeo sarebbero un traguardo molto importante. Se andasse oltre, sarebbe davvero straordinario.

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