Porta Santa
Le novità: Consolata, Cusmano e Vaticano

Dopo Roma-Real la capitale si appresta a vivere un altro gustoso piatto di calcio internazionale: la Clericus Cup. Riparte infatti oggi il mondiale calcistico pontificio, promosso dal Centro Sportivo Italiano, con il patrocinio dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei, del Pontificio Consiglio per i Laici e del Pontificio Consiglio della Cultura del Vaticano. È una edizione, la ‘decima’, ispirata naturalmente in questo Anno Santo della Misericordia, indetto da Papa Francesco al tema del Giubileo. Torna in palio la celebre Coppa con il ‘saturno’ – custodita per un lungo anno dai seminaristi campioni in carica del Pontificio Collegio Urbano – e lo fa ripartendo dal cuore della cristianità, Piazza San Pietro, dal simbolo del Giubileo, la Porta Santa, attraversata, dopo una preghiera comune, dai capitani delle 16 squadre iscritte al torneo.

“La Misericordia scende in campo”. Ogni match nel pieno spirito del Giubileo
La X edizione della Clericus Cup si svolge nell’Anno Santo della Misericordia. E proprio al Giubileo non poteva non ispirarsi il decennale, con Papa Francesco capitano unico di tutte le formazioni. Su tutte le maglie delle 16 formazioni partecipanti alla Clericus Cup, campeggerà infatti quest’anno in bella evidenza il richiamo al tema scelto da Bergoglio per il Giubileo: “La Misericordia scende in campo”.

E’ il consulente ecclesiastico nazionale del Csi, don Alessio Albertini a spiegarne il senso nella conferenza stampa di stamane « il tema della misericordia deve essere visto in ogni ambito di vita e quindi anche nello sport. La misericordia nello sport si presenta anche in un campo di calcio, quando apri gli occhi e ti accorgi che hai davanti un’altra persona, con una dignità e con dei diritti pari ai tuoi e in questo caso vogliamo vincere. Le regole ci dicono che giochiamo ad armi pari. L’applicazione delle regole vale anche per i preti. Noi non facciamo e non promuoviamo attività sportiva perché cerchiamo il campione del futuro, anche se tanti sono veri fuoriclasse. Ma stiamo cercando di far capire che attraverso il calcio e lo sport in genere, possiamo guardare e quindi essere misericordiosi verso tante persone che incontreremo in quel campo dove, sacerdoti, saremo mandati che è il campo della pastorale italiana».

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