Capretti – Nel giorno del compleanno del figlio prende la macchina per venire a giocare con vecchi amici. Encomiabile.

Feriozzi – E’ un ex allenatore della PMC ma ci tiene a non mancare. Macina chilometri in mezzo al campo e viene da chiedersi come faccia a correre ancora (tanto) alla sua età.

Oliva senior – Si sobbarca chilometri insieme alla famiglia per non mancare all’appuntamento del cuore. Ha ancora movenze da calciatore, manca il fiato. Ma si vede che ha giocato a pallone.

Oliva junior – Dicono faccia il portiere a Monterosi, contro gli avvocati lo fanno giocare davanti e lui fa girare la testa a chi dovrebbe marcarlo. Insomma, piace anche se la porta deve puntarla e non difenderla.

Pecci – Il presidente dicono abbia giocato, esce dopo pochi minuti per un acciacco muscolare. Crediamo sulla parola a chi l’ha visto sul manto erboso del “Comunale” di Vignanello.

Torroni – Se qualche “figurina” della prima squadra avesse il carattere del patron, la PMC starebbe in serie A. Entra nel finale di una gara già segnata nel risultato e non dispiace.

Patrizi (Gianni) – Il memorial Potenza per lui è la partita, sentita come non mai per motivi affettivi. Pochi minuti servono per stemperare l’emozione di giornata.

Patrizi (Gianluca) – Il tempo non s’è fermato, gioca a testa alta e non sfigura davanti ragazzini che potrebbero essergli figli e che viaggiano a velocità supersonica. Presumibilmente il migliore in campo della PMC.

Bracci – Michele (e non più Michelino) ha un fascino tutto suo quando gioca, incanta col piede mancino. Ma se non segna pure contro una squadra di avvocati, probabilmente gli hanno fatto una fattura.

Borghesi, Ricciarelli, Stati Bergantili e… gli altri vecchietti – Fanno legna, come si dice in gergo, e tanto basta per la giornata del ricordo.

Patrizi (Angelo) – Ha fiato da vendere e si vede, non dispiace nelle retrovie. Ma nel finale quando gli sfugge un sedicenne che fila come un treno viene graziato dall’arbitro, che gli evita il rosso.

Pantaloni – Fra i pali si esalta ed evita alla PMC di prendere un’imbarcata di gol. Unico errore nel finale, quando viene beffato da un tiro di punizione. Peccato.

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