L’abbraccio del calcio paralimpico alla Federazione Italiana Giuoco Calcio. E’ quanto avvenuto questa mattina in occasione della seconda edizione del Festival della Cultura Paralimpica, iniziativa in corso a Padova promossa dal Comitato Italiano Paralimpico in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova, il Comune di Padova e il Centro Servizio Volontariato di Padova. A pochi giorni dalla firma del Protocollo tra Cip e La Figc – con il quale si è istituito il percorso per la creazione di una divisione paralimpica all’interno della Figc – il Presidente del Cip Luca Pancalli, il Presidente della Figc Gabriele Gravina hanno dato vita a un confronto sulle prospettive di questo nuovo accordo, alla presenza dei rappresentanti e dei calciatori della nazionale italiana calcio amputati e delle nazionali calcio a 7 cerebrolesi e calcio a 5 B1 (non vedenti).

“Abbiamo una palla e intorno ad essa tanti giocatori e tanta passione. Il calcio è sport e cultura. Oggi il mondo del calcio si è riunito con l’idea che attraverso la cultura si può cambiare un Paese e che con gli eventi sportivi si può fare la narrazione di un Paese. Siamo orgogliosi di questo nuovo percorso e siamo sicuri che questa nuova iniziativa potrà dare altre possibilità alle persone con disabilità che vogliono praticare lo sport come strumenti di benessere e di inclusione”. E’ quanto ha dichiarato Luca Pancalli, Presidente del Comitato Italiano Paralimpico.

“Il calcio è uno solo, senza differenze. Da parte nostra c’è grande emozione e un forte entusiasmo per questo progetto. E’ importante che si parli di cultura paralimpica. La nostra società ha grandi carenze dal punto di vista culturale. Lo sport deve essere sempre più inteso come strumento di socializzazione ed esaltazione delle proprie capacità”. E’ quanto ha dichiarato Gabriele Gravina, Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio.

“E’ un momento che definirei storico. Ho iniziato questa avventura nel 1997 come portiere agli europei di Barcellona. In questi anni sono stati fatti grandi progressi”, ha dichiarato Rossano Mastrodomenico, ct della nazionale italiana calcio B1 (non vedenti).  “Il pensiero va a tanti anni fa quando si è presentato un ragazzino che voleva giocare a calcio. Da lì squadra è riuscita a crescere in modo considerevole. Sono sempre le persone che fanno la differenza. Per noi entrare nel Federcalcio è il massimo”, ha aggiunto Renzo Vergnani, ct della nazionale italiana di calcio amputati.

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