Dalla World Rally Car alla R5 il passo sembra breve, sono entrambe vetture a trazione integrale e sovralimentate dal turbo, ma la differenza tecnica, soprattutto per quanto riguarda il fattore, determinante, del setup fanno un’enorme differenza.

Questo è quanto ha provato lo scorso fine settimana, in occasione del Benacus Rally, Luca Ferri, al rientro all’attività agonistica dopo oltre un anno e mezzo lontano dall’abitacolo.

Il debutto assoluto del pilota di Arcugnano sulla Skoda Fabia R5, messa a disposizione da Delta Rally e condivisa con l’adriese Fabrizio Handel alle note, ha portato in dote la posizione numero nove nella classifica assoluta, l’ottava di gruppo R e di classe R5 su oltre una ventina di partenti in quella che, ad oggi, è da considerarsi la categoria regina per gli eventi nazionali.

Dopo una prima presa di contatto allo shakedown Ferri partiva cauto sul primo giro di speciali, nell’intento di prendere le misure ad una vettura sconosciuta, chiudendo a ridosso della top ten con la complicità di una scelta di gomme non ottimale, troppo morbida per il caldo mattutino.

Iniziando a capire le notevoli potenzialità di percorrenza in curva di queste vetture, supportato da una mescola ora ideale, il vicentino metteva il naso tra i migliori dieci in prova sulla ripetizione di “Spiazzi”, iniziando ad intravedere una strada da seguire per il resto della gara.

“Il primo giro siamo partiti con gomme troppo morbide” – racconta Ferri – “e sulle due più lunghe pativamo da metà speciale in poi. Sul secondo giro, montate gomme più dure, abbiamo cercato di capire i movimenti di questa vettura. Ci aspettavamo di abbassare i nostri tempi di molto ma non avevamo ancora capito bene dove bisognava spingere. Rispetto alla WRC qui parliamo di una concezione completamente diversa di vettura. Ci vuole tempo per impararla.”

L’ultima tornata del secondo round di Coppa Rally ACI Sport, zona tre, vedeva Ferri aumentare il passo e staccando l’ottavo assoluto a “Ferrara di Monte Baldo” ed a “Spiazzi”, unito al decimo sulla conclusiva “Lumini”, chiudeva tra i migliori dieci assoluti e con le idee molto più chiare.

“Sul terzo giro abbastanza bene” – aggiunge Ferri – “e, su certi punti, abbiamo fatto dei bei passaggi. La vettura è molto sensibile, ha un volante fin troppo leggero che trasmette poche sensazioni di gomma e di grip. Queste vetture vanno fortissimo in curva e, oltre a questo, non conoscevo nemmeno le gomme. Avevo bisogno di capire un po’ tutto. Non abbiamo mai apportato nessuna variazione al setup, solo cambiato le gomme, perchè dovevo prima capire la vettura. Questa è una base di partenza dalla quale iniziare a lavorare. Dovrei dire di essere soddisfatto perchè, oggi, correre con una R5 contro chi ha più esperienza di te paga davvero molto ma non lo sono perchè quando corro vorrei sempre vincere. Non ho mai provato queste vetture, per la prima volta ho messo le prime marce allo shakedown. Per andare forte con queste bisogna avere totale fiducia della percorrenza di curva e per arrivare a quel livello ci vogliono più gare. Doveva essere una gara spot ma mi sa che si è riaccesa la fiamma dentro.”

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