Dopo la grande risposta di pubblico ottenuta con le prime tre “puntate” del ciclo di passeggiate-racconto “Viterbo la città delle donne” (patrocinato e finanziato da Comune di Viterbo e Distretto dell’Etruria meridionale), si giunge al quarto episodio: “Beatrice e le altre – ‘Quote rosa’ nella Commedia dantesca: Francesca Pia Piccarda, peccatrici e pettatrici – Dante a Viterbo”. A traghettarci in questa avventura sarà il genio creativo di Pietro Benedetti (curatore della manifestazione insieme alla Banda del Racconto), sostenuto in quest’impresa dallo scenario naturale e suggestivo delle terme del Bullicame, luogo citato nell’Inferno dantesco. E proprio su alcune figure femminili che compaiono nella Divina Commedia è incentrata questa serata narrativa.

Il vice sindaco Luisa Ciambella, che ha pensato e promosso con impegno ed entusiasmo questo ciclo di passeggiate notturne, ha voluto sottolineare il significato fondamentale di questo appuntamento, e lo ha fatto con queste parole: “Sono contenta di poter affrontare, grazie a questo focus sulle quote rosa nella Divina Commedia, un argomento di grande attualità: il prezzo che le donne hanno sempre pagato e continuano a pagare per poter essere felici. E’ proprio di oggi la notizia della morte violenta della povera sedicenne di Lecce, Noemi Durini, uccisa dal fidanzatino coetaneo. E’ anche per lei e per tutte le altre donne che subiscono violenza ogni giorno che manifestazioni come le passeggiate-racconto al femminile vengono proposte. Dando voce a Francesca, Pia de’ Tolomei e Piccarda -vittime della violenza privata e del giudizio maschile- si da voce all’attualità, facendo emergere la grande capacità femminile di saper affrontare il peso delle proprie scelte, di saper provare autentico perdono e profondo amore; ma con una significativa differenza rispetto ad allora: che oggi non bisogna rassegnarsi, ma anzi reagire e denunciare, confidando nelle istituzioni e nella società civile. Venerdì 15 settembre alle 18 saremo al Bullicame per divertirci, certo, ma anche per far capire che ci siamo, che non nascondiamo la testa sotto la sabbia e che un altro amore è possibile, come ci insegna Beatrice nel canto XXX del Purgatorio, quando con severo rimbrotto si fa guida e compagna di Dante”.

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