Il pre-partita di Roma-Torino è stata l’occasione, da parte della dirigenza giallorossa, per chiarire alcuni punti della intricata vicenda dello stadio di Tor di Valle, dopo l’annuncio del vincolo culturale sulle tribune dell’impianto (costruito nel 1959) annunciato dalla Soprintendenza.
“Il rinvio per il nuovo stadio? Noi non abbiamo mai voluto commentare pubblicamente quello che è stato detto in questi mesi perche’ abbiamo voluto mantenere un profilo istituzionale. Abbiamo parlato con gli organi ufficiali, con autorità competenti come con il Comune di Roma e la Conferenza dei Servizi.
Ma è difficile restare in silenzio, perché sono state dette una quantità industriale di sciocchezze da persone che non hanno mai visto il progetto. Ma vogliamo proseguire su questa linea, vogliamo continuare a parlare con gli organi competenti, che devono continuare a fare il proprio lavoro senza condizionamenti pubblici urlati a destra e sinistra”. Così il direttore generale della Roma, Mauro Baldissoni, prima della gara col Torino in merito all’iter per la costruzione del nuovo stadio giallorosso a Tor di Valle.
“Ho ricevuto una miriade di messaggi in questi giorni dalle persone comuni, dai tifosi, che non hanno capito e si sono fatti delle domande. Mi hanno chiesto come mai un impianto pieno d’amianto, in un luogo degradato meriti improvvisamente una tale protezione da impedire un investimento da 2 miliardi di euro sulla città che porterebbe una riduzione della disoccupazione dello 0,8% su basa annua – ricorda il dirigente ai microfoni di Mediaset Premium -. Esiste un limite di tempo oltre il quale la Roma non andrà? Noi continueremo a rispettare le leggi. Il
progetto che è stato presentato è stato guidato dalle leggi dello Stato e noi continueremo a fare tutti i passi necessari, e giudiziari se servirà, fino a che l’ultimo passaggio istituzionale non sarà esaurito. Continueremo a portare avanti
questo progetto nel quale sono gia’ stati investiti più di 60 milioni di euro”. (fonte Sporteconomy)