Duemilacento giorni di attesa. Un’incredibile “prorogatio” di tre anni. Tante polemiche per un nuovo regolamento partorito con enorme ritardo dal Ministero. Finalmente, dal 20 al 23 settembre presso la Corte di Cassazione, i venticinquemila avvocati di Roma torneranno a votare per eleggere i 25 consiglieri dell’Ordine capitolino, il più grande d’Italia e d’Europa.
Il voto è particolarmente significativo non solo per i numeri, paragonabili a quelli delle elezioni di un medio comune italiano, ma soprattutto per il periodo particolarmente difficile che sta affrontando l’avvocatura: dall’ultimo rapporto Censis emerge che l’80% dei legali italiani non si sente rappresentato, il 44.9% ha subito un ridimensionamento economico, nel primo semestre 2017 solo il 23,8% ha incrementato il fatturato e un avvocato su tre definisce molto critica e incerta la propria condizione professionale.
In questo scenario, la sfida per il governo del COA Roma ha assunto toni particolarmente accesi, con tante polemiche che hanno investito il presidente uscente.
Le associazioni nazionali A.F.E.C., A.N.A.I., Colleganza Forense e Movimento Forense hanno quindi deciso di sviluppare un progetto comune, presentando una lista unitaria caratterizzata da un programma di forte cambiamento: sfida alla Cassa Forense, per tanti avvocati vera “nemica dell’avvocatura”, maggiori risorse per i mediatori, rapporto paritario con la magistratura, istituzione della Commissione Pari Opportunità, agevolazioni economiche per gli iscritti, sono alcuni dei punti qualificanti della proposta della Lista Nicodemi-Cesali-Conte.
«Bisogna riportare la democrazia, la trasparenza e lo spirito di servizio nel COA Roma – dichiarano i rappresentanti della lista, gli avvocati Roberto Nicodemi, Massimiliano Cesali e Antonio Conte – e restituire agli avvocati romani l’orgoglio di una professione troppo maltrattata negli ultimi anni. Oggi molte colleghe e molti colleghi, soprattutto giovani, affrontano difficoltà enormi e l’Ordine, gestito in modo totalmente autoreferenziale e discutibile, ha rappresentato una zavorra piuttosto che un supporto. E’ necessario e urgente un profondo rinnovamento».