Il capolavoro di un gruppo, la forza di una squadra. Tutti uniti per un obiettivo che sembrava impossibile, ma adesso è realtà: campioni olimpici in staffetta. Medaglia d’oro nella 4×100 metri per gli azzurri a Tokyo con il sensazionale record italiano di 37.50, quasi mezzo secondo in meno del 37.95 da primato in batteria, secondi di sempre in Europa e quinti di ogni epoca al mondo. Parlano i protagonisti di un’impresa enorme, una delle più grandi nella storia dello sport azzurro: Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Fausto Desalu e Filippo Tortu.
Marcell Jacobs: “Prima di entrare in pista, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito che potevamo fare qualcosa di incredibile. Ci abbiamo creduto, è qualcosa di fantastico. Tokyo mi sta regalando tantissimo, per me è il secondo oro, chi se lo sarebbe mai aspettato. Abbiamo fatto un grandissimo lavoro, con tutti, con gli altri staffettisti che sono qui a Tokyo e con chi è rimasto a casa e sta facendo il tifo. È un percorso lungo che ci ha portato fino a qua, siamo sul tetto del mondo. Grazie a tutti gli italiani che ci hanno sostenuto, grazie per questo sogno che mi state regalando”.
Filippo Tortu: “Difficile parlare della mia frazione e non di noi, la staffetta si corre in quattro. Grazie al prof. Filippo Di Mulo e a Giorgio Frinolli che ci hanno seguito in questi anni. A tutti i compagni, a Manenti, Polanco e Infantino che sono qui, a Cattaneo e Rigali che sono a casa. Quando sono partito ho visto che il britannico era a fianco. Ho pensato solo a stare rilassato. Sapevo che se l’avessi fatto, l’avrei preso e superato. Ero più lucido mentre correvo che quando ho tagliato il traguardo, perché non potevo credere che era successo davvero. Ho chiesto ai compagni se era vero, che avevamo vinto noi. Poi quando ho visto Italia sul tabellone, il tempo non l’ho nemmeno guardato. È stratosferico, ma non mi interessa. È l’emozione più bella che si possa immaginare. E la cosa più bella sarà cantare l’inno domani”.
Fausto Desalu: “Siamo un bel gruppo, abbiamo lavorato tanto. Quello che ha fatto la differenza, quel centesimo di secondo, è il grande gruppo che ci unisce, che è una cosa fantastica. Ci siamo detti l’uno con l’altro: ‘ti fidi di me?’ e ci siamo risposti: ‘sì, e pensavi che ti dicessi di no? Crediamoci, perché può succedere’… E l’abbiamo fatto!”.
Lorenzo Patta: “È la mia prima Olimpiade, meglio non poteva andare. Sono felicissimo, al settimo cielo. Ancora non ci credo, devo ringraziare loro tre e tutti gli altri compagni che ci hanno accompagnato in questo percorso”.

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