Davide Re ed Andrew Howe protagonisti a Rieti nel Trofeo Perseo. Il primatista italiano dei 400 metri debutta con 45.76 nel giro di pista e batte i fratelli belgi Kevin Borlée (46.15) e Dylan Borlée (46.57). Nel salto in lungo Andrew Howe (Aeronautica) si riporta oltre gli otto metri (8,03), seppur con tanto vento a favore (+4.4), ma non va sottovalutato il 7,75 regolare (+1.4 il vento) ottenuto regalando oltre venti centimetri all’asse di battuta. Dopo quattro anni torna a migliorarsi nel martello Simone Falloni (Aeronautica): 76,33 con progresso di sessanta centimetri su quanto lanciato nel 2017. Nei 100 metri successo per Gloria Hooper (Carabinieri) con il crono di 11.58 (-0.7) davanti a Zaynab Dosso (Fiamme Azzurre, 11.80). Vittoria nei 300 per Alice Mangione (Esercito): PB di 36.81 e primo posto davanti alle compagne azzurre Raphaela Lukudo (Esercito, 37.34) e Mariabenedicta Chigbolu (Esercito, 38.32). Tra gli allievi, migliore prestazione italiana eguagliata per Damiano Dentato (Studentesca Rieti Milardi) nei 200hs con 24.56 nonostante il forte vento contrario (-3.7).

Non gareggiava da otto mesi. E il test d’esordio è decisamente superato per Davide Re, vincitore nel giro di pista di Rieti con 45.76, con due “vittime” illustri come Kevin Borlée (46.15) e Dylan Borlée (46.57), i fratelli belgi che hanno scelto lo stadio Guidobaldi per il debutto. “Sono contento di essere tornato – le parole di Re – La mia ultima gara, a Stoccolma, quella dell’infortunio al tendine d’Achille, me la portavo ancora un po’ dietro emotivamente e oggi era importante rompere il ghiaccio. Penso che avrei potuto correre un paio di decimi più forte, quello sì. Ma sono felice di questo tempo e sarà veramente importante per le World Relays della prossima settimana in Polonia”.

Undici anni d’attesa. Undici lunghissimi anni, prima di riaffacciarsi oltre gli otto metri in una gara all’aperto (era il 2010, indoor c’era riuscito invece nel 2017, 8,01 ad Ancona). Andrew Howe ritrova il sorriso, non soltanto per il +8 viziato da tanto vento (+4.4) ma anche per il 7,75 regolare centrato all’ultimo salto (+1.4), con Eolo entro la norma, e con uno stacco molto migliorabile. “Ho capito finalmente che dovevo guarire me stesso – confida Howe, 35 anni – Dovevo ritrovare la pace interiore. E penso di avercela fatta. Dovevo tornare a divertirmi. Farlo per me. Per le persone che mi circondano. Mi ha aiutato uno psicologo sportivo che mi segue costantemente. Avevo grossi problemi di ansia prima della gara, ero arrivato a non dormire. In gara non ero io. E piano piano sto tornando a essere il vero Andrew”.

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