Achille Serra
Foto - Giovanni Andrea Rocchi

L’ex prefetto Achille Serra è intervenuto ai microfoni di Radio Roma Capitale nella trasmissione di Paolo Cento, affrontando l’argomento Francesco Totti: «Grande responsabilità viene dall’America, dove si parla solo del nuovo stadio. Una proprietà che vive Roma- Real Madrid dall’America come fa a rendersi conto dei problemi? Totti e Spalletti hanno entrambi ragione e torto: Totti è la storia di questa squadra, un campione che ha chiesto rispetto e mi pare un’umiliazione stare in campo 4 minuti contro il Real. Ha torto però quando passa attraverso la stampa. Spalletti pensa giustamente per prima cosa alla Roma, ma ha torto quando non cerca di ricucire la situazione e caccia da Trigoria il simbolo della Roma». Difficile capire come uscirne. «La Proprietà continua a stare in America, ma la vicenda si chiarirà perché l’uno ha bisogno dell’altro. Mettersi contro Totti significa mettersi contro una città. Credo che Spalletti avrà una posizione diversa e si risanerà la situazione». Intanto lo stadio è comunque ancora lontano. «Non c’è un sindaco, ma c’è mafia capitale e ogni giorno uno scandalo. Se poi cerchi di scavare esce una pietra del mille avanti Cristo o c’è una contestazione degli abitanti. Il presidente però pensa solo allo stadio o alle magliette che si vendono. Se torno a Sensi e Viola, credo che nessuno di loro si sarebbe assentato per Roma-Real Madrid. Con la scarsa vicinanza della società è già tanto quello che la squadra ottiene come risultati. Con lo stadio siamo ancora all’anno zero. Che progetti in concreto abbiamo dopo un anno che se ne parla? zero. Io lo voglio dare anche per scontato, ma  parliamo di tre anni. L’attualità è diversa con l’assenza totale degli americani». La città riesce a demolire i propri idoli. «Succede dappertutto, per invidia o frustrazione: vogliamo degli idoli e poi li buttiamo giù. Lo vediamo anche in politica». Renzi però festeggia due anni di governo. «Li festeggia lui – conclude Serra – ma non credo che gli italiani siano così contenti. Almeno questo è il mio pensiero».

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