Parigi
Parigi

Il meeting di Parigi, dodicesima tappa della IAAF Diamond League, regala il quinto record del mondo dell’atletica nel 2016. Stasera nello Stade de France è scoccata l’ora di Ruth Jebet, keniana con passaporto del Bahrein dal 2013, che ha riscritto il primato mondiale dei 3000 siepi in un travolgente 8:52.78. Il precedente limite apparteneva alla russa Gulnara Samitova-Galkina che l’aveva migliorato a più riprese fino all’8:58.81 della finale olimpica di Pechino 2008. E’ la prima volta dall’introduzione della specialità a livello femminile nel 2000 che il world record passa di mano ad un’atleta non europea. La Jebet, vent’anni ancora da compiere, ha condotto la gara con grande autorevolezza: 2:56.36 il passaggio della pacemaker Caroline Tuigong ai 1000 metri, poi la neoprimatista mondiale ha fatto tutto da sola, 5:54.16 ai 2000 e via verso il trionfo. Un’impresa che l’atleta aveva già sfiorato a Rio dove aveva conquistato l’oro olimpico in 8:59.75. Alle sue spalle notevole crono anche dell’iridata keniana Hyvin Kyieng che in 9:01.96 fa segnare la settima prestazione mondiale di sempre, a meno di due secondi dal suo personal best.

Dopo il quinto posto alle Olimpiadi, Alessia Trost di nuovo sul podio in IAAF Diamond League. L’altista azzurra stasera salta 1,93 alla prima (come nella finale di Rio 2016) e poi non riesce ad aver ragione dell’asticella a 1,96. La pordenonese delle Fiamme Gialle aveva aperto la sua progressione senza problemi con 1,80 e 1,85, poi qualche piccolo intoppo a 1,90 su cui l’azzurra ha avuto la meglio solo alla terza prova. Vittoria all’olimpionica spagnola Ruth Beitia con 1,98, due centimetri meglio della caraibica Lavern Spencer (1,96). Grazie al terzo posto di Eugene e al secondo di Stoccolma, la Trost adesso è terza a quota 14 punti nella classifica della Diamond Race: ora l’attende la finale di Zurigo il 1° settembre, il suo ultimo impegno internazionale dell’anno.
In una serata magica per il mezzofondo, grandi risultati anche nei 1500 donne vinti dalla britannica Laura Muir che diventa la capolista mondiale dell’anno con 3:55.22, ma anche la quarta europea alltime. Era dal 1988 che un’atleta del Vecchio Continente non correva così forte sulla distanza. La 23enne scozzese riesce a battere l’olimpionica Faith Kipyegon, oggi seconda in 3:56.72.

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